Di terra e di cielo

Presentazione Poesie

Le vocazioni tardive si effondono come improvvise polle d’acqua su territori prima ignoti e ne disvelano gli strati più profondi. Per Alfredo Poli, che da poco vi si applica con inaspettato trasporto, la poesia è, come scriveva Giorgio Vigolo, “azione di sorpresa sulla nostra città profonda”, orografia sotterranea dell’anima tra le distonie della memoria e le esche ancor ghiotte del futuro residuo. Compito tutto terreno e di carne viva (“Le poesie sono il filo spinato/dov’è conficcato un amore”) è quello che egli reclama per i versi di questa sua nuova silloge, dove il cielo del titolo è il territorio laico dove le passioni non si sublimano ma guadagnano soltanto e finalmente il suono e il senso del silenzio e dove dominante è il “canto d’amore” in ogni sua declinazione (disperata esaltata o acquietata), ogni sentenziosità vigilmente bandita da chi si offre in un beffardo, diminutivo autoritratto (Personalità) o si promuove a bracconiere di “incoerenza/sui crinali del giusto e del rigore”. Eppure capace, come in “Rosa d’inverno”, di lanciare la sfida orgogliosa della propria finitezza “fissando in faccia il gelo” dell’epilogo ineludibile. Sostando, per scelta preliminare, “fuori / dai margini del sentiero”, Alfredo si ricava il privilegio del disinganno, peraltro senza preclusioni affettive, e semmai con slanci di solidarietà umana di trama, verrebbe da dire, leopardiana:

  E noi marinai consumati di letti e di cimiteri, orfani noi sconsolati del mai e del sempre di dei volubili, alteri e sfrontati.
Versi che, allora, “accorciano le distanze” e affratellano nella voce che vuol farsi voce di tutti:

  La mia voce sia il silenzio di chi ascolta e di chi si ascolta. E non sia sola ma sorella a tutte quelle con diritto di sogno, diritto di parola.

Nella precarietà che più ci definisce il riparo è tutto, e solo, nella resistenza (quella, esemplare, del fiocco di neve che per salvarsi “diventa ghiaccio”) e nel conforto di aver svolto comunque “egregiamente” il proprio compito, pur anche quello anonimo di una poesia ritrovata sgualcita nella “tasca segreta” di un portafoglio.

Mario Allegri

Umano, troppo umano 
Primavera 
Voci 
Senilità 
Noi 
Incomprensione 
Rivelazione 
Un altro addio 
Separazione
 Ritrovata 
Uguaglianza 
Madre 
Maggio 
2° piano, Geriatria 
Incompiuta 
Fiocco di neve 
Canto d’amore n. 5 
Bretagna 
Il cancello 
Canto d’amore n.7 
Ricordi 
Canto d’amore n.8 
Poesie 
A una amica 
Leggera 
Rosa d’inverno 
Primavera poetica 
Malinconia 
Rigattieri 
Intenti 
Senza titolo 
Preferisco gli occhi 
Tra noi 
Papusza poeta Rom 
Elenco passioni tristi 
Novembre 
Sangue di lupo 
Fragilità 
Conflitti 
Personalità