Ho speso tutte le parole
a colorare il vento dei ricordi
quando lei tutto poteva
nelle mie segrete stanze.
E follia ridente
mi guidava stupito
a dipingere di cielo
i tratti del mio vecchio mondo.
Ora solitudine impera,
matrigna inospitale e ostinata
di un avvento senz’anima,
che decantata e vuota libertà non illumina.
Ma talvolta con queste
mi fermo a contemplare l’eterno
e a perdere il mio proprio peso
nei forgiati occhi per scrutare l’abisso.